E pensare che, da ragazzo, Marcello Macchia – più conosciuto con il nome di Maccio Capatonda, voleva fare il regista televisivo, e occuparsi di pubblicità! Dispiace per il sogno non realizzato, ma la sua sempre crescente platea di fan è sicuramente contenta che questo ragazzo originario di Vasto abbia trovato la sua strada nell’ambito della comicità.
Gli inizi
Maccio muove i suoi primi passi in TV grazie a Mai Dire Gol, dove presenta i suoi esilaranti finti trailer cinematografici, che diventeranno il suo marchio di fabbrica. Attivissimo anche su YouTube, crea alcune serie TV e web serie di successo.
I film
Al cinema, il suo primo lungometraggio è Italiano Medio, una parodia dei vizi, difetti e contraddizioni che contraddistinguono l’uomo contemporaneo. Nel film, il protagonista Giulio Verme alterna (come un divertente Jekyll/Hyde) due personalità opposte e per niente complementari, in cui una è tesa verso il bene comune declinato come ossessione ecologista e l’altro è una ridicolizzazione estrema del maschio con pochi neuroni, concentrato su bisogni base e velleità goderecce.
Con Quel bravo ragazzo, Capatonda offre la sua interpretazione del filone parodistico/mafioso, un genere che ha prodotto diverse pellicole negli ultimi anni. Come protagonista, prende la scena il bravissimo Herbert Ballerina (che in realtà si chiama Luigi Luciano), amico e stabile collaboratore di Maccio.
È la volta poi di Omicidio all’italiana, una commedia sfrenata dove un piccolo paesino assurge agli onori della cronaca a causa di un (apparente) omicidio efferato. Lo strapotere della televisione, la voglia di apparire, il capovolgimento tra realtà e finzione sono tra gli argomenti portanti di un film che mantiene intatta la sua forza narrativa dall’inizio alla fine. Ancora una volta, bravo Maccio.
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